domenica 29 marzo 2015

Le parole di Mattarella su Expo e rilancio economia.

Abbiamo una grande occasione quest'anno. Sì, l'Expo è una grande occasione ma, soprattutto, anche una grande sfida, che l'Italia deve vincere. Rischiamo di perdere la reputazione e non solo: l'esposizione universale rappresenta l'opportunità ( anche e soprattutto simbolica) di uscire dalla crisi, di iniziare un nuovo corso, di crescita e non più di rigore. Nel bel paese metteranno piede milioni di turisti, con la voglia di non fermarsi solo a Milano. E l'Italia deve essere pronta a sfruttare tutto questo. Ed è ciò che appunto ripete il Presidente della Repubblica a Firenze:" Abbiamo una grande responsabilità e il compito deve essere esercitato con il massimo impegno perchè quella dell'expo è una sfida che non può essere delusa".E continua - "Affrontare la crisi non era giusto. E' il momento di affrontare la fase del rigore con il rilancio della crescita economica. E' importante che l'Unione Europea attui le politiche di ripresa contenute nel Piano Juncker. E' un bene che la Presidenza italiana dell'Unione abbia posto l'accento sull'esigenza di rilancio. Affrontare la crisi con rigore era giusto. E' il momento di superare la fase del rigore con il rilancio della crescita economica. In seno all'Unione Europea, i sei Paesi fondatori, e soprattutto i tre grandi Paesi - Francia, Germania e Italia - hanno la responsabilità di risvegliare lo spirito dei padri fondatori, di Schumann, Adenauer, De Gasperi che hanno saputo costruire con un grande senso della storia un progetto lungimirante. Bisogna rilanciare oggi con urgenza questo progetto d'integrazione. E' l'unica risposta positiva per fare ripartire la crescita. L'Europa si confronta con sfide difficili, la lotta contro il terrorismo, la globalizzazione dell'economia. Francia, Germania e Italia hanno il dovere di essere alla guida del rilancio per la crescita".


domenica 8 febbraio 2015

Le "due donne tahitiane" di Gauguin, il quadro più caro di sempre

Il Qatar ormai è senza dubbio l'acquirente più importante nel mercato internazionale dell'arte. Una delle cinque tele dei "Giocatori di carte" di Cezanne è costato 250 milioni di dollari ed è il quadro più caro di sempre. O meglio era. Gli emiri, infatti, non si fermano più. Ed ecco che scansano al secondo posto questo precedente record. La bella e colta principessa Mayassa, sorella dell'emiro Tanim, ha fortemente voluto un altro indiscusso capolavoro dell'arte: "le due donne tahitiane" di Gaugain. Il dipinto, che accresce ulteriormente l'interesse culturale per il consorzio dei musei nazionali del Qatar, è stato venduto da una fondazione svizzera per la cifra di 300 milioni di dollari. Insomma: cifre da emiri i quali, più colti e sempre più visionari, ormai non investono soltanto nel settore energetico. L'universo dell'arte può avere un riscontro turistico e, quindi, economico notevole e l'hanno capito bene. Non si fanno problemi ad investire centinaia di milioni di dollari per singoli capolavori. E noi che, da Torino a Siracusa, siamo pieni di bellezza? Investire non sappiamo cosa significhi. E dovremmo solo prendere esempio, con la fortuna di poter spendere molto meno solo per conservare l'integrità di chiese, monumenti, opere d'arte e di incentivare davvero il turismo culturale.



domenica 1 febbraio 2015

Sergio Mattarella, una vittoria per l'Italia. Una vittoria di Renzi

Oggettivamente c'è chi nasce per occuparsi di politica (con tutto ciò che essa comporta) e chi (giustamente) si ritrova a spendersi per la stessa. La differenza, però, è evidente e in alcuni casi abissale. In questi giorni è stato proprio così.
Il nome di Sergio Mattarella è un capolavoro. Profilo istituzionale di tutto rispetto, democristiano di sinistra, vicepremier di D'Alema e non proprio il migliore amico di Berlusconi. Si dimise da ministro contro l'approvazione della legge Mammì. Quindi, si, la scelta è ottima, ma la risposta dei diretti competitors è priva di ragionevolezza. Ennesima prova di inconsistenza, di totale irrazionalità politica, di poco amor proprio (che a volte è necessario) per i 5stelle. Nulla da reclamare sul candidato, me ne guarderei bene. Per l'elezione del Capo dello Stato, però, essendo un'opposizione con un numero non indifferente ma esiguo di parlamentari, se vuoi essere influente nella scelta, non puoi dare il dictat e portare avanti solo il tuo nome. Anzi, puoi ma il risultato è un'altra azione di irrilevanza sostanziale. La Lega e i suoi pochi rappresentanti in parlamento non potevano fare altro. Alfano ha dimostrato quanto fragile sia la sua posizione e quanto ormai debole la sua figura di leader di un partito o addirittura di una coalizione. Ha perso la sicurezza che, quando era il delfino del Cavaliere, dimostrava. E poi eccoci proprio a Silvio Berlusconi, con la sua peggiore performances da quando si occupa di Politica. Da lui un errore del genere proprio non ce l'aspettavamo. Aveva l'opportunità di accaparrarsi la paternità della scelta per il Capo dello Stato. Bastava un'indicazione: "votiamo Mattarella e siamo ancora in gioco". Invece no. Immobile come non mai, si oppone alla decisione del premier in maniera sterile. Gli spiana la strada verso una vittoria istituzionale del tutto innegabile. Il prestigiatore estrae il coniglio dal suo cappello ed il gioco è fatto. Chapeau a Matteo Renzi, che di questi tempi dimostra di essere un paio di spanne sopra tutti gli altri.
Auguri di buon lavoro al nuovo Presidente Mattarella.