venerdì 26 settembre 2014

Edilizia in ginocchio: Un'impresa su due non investe, una su tre licenzia

I primi sei mesi del 2014 non sono positivi per l'81% delle aziende: ancora ritardi nei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione. il 53% ha ridotto gli investimenti, il 36% ha dimezzato i dipendenti. Questi sono i dati più allarmanti per il settore edile, in ginocchio a causa di un'economia stagnante e di uno Stato "ritardatario".
L'Ance (associazione nazionale costruttori edili) denuncia una situazione di estrema sofferenza per le imprese edili che aspettano da più di sei mesi crediti dalla Pubblica Amministrazione. L'associazione si aspettava una svolta dallo "Sblocca Italia", varato dal governo, che di fatto "non fa ripartire l'economia. ci aspettavamo molto di più da questo decreto legge che doveva creare le condizioni per la crescita e invece si infrange sul muro dell'austerità", queste le parole del Presidente Ance, Paolo Buzzetti.
Continua: "la cura non è proporzionata alla gravità della malattia, nonostante alcuni buoni interventi normativi, come quelli sugli affitti. Tutti i dati più recenti parlano chiaro: la situazione è disperata. Il mercato interno è fermo perchè la filiera dell'edilizia è ferma. Troppi i punti dolenti. Nessuna risorsa aggiuntiva, ma solo riprogrammazione di quelli esistenti destinati alle grandi opere, ancora troppo poca la concorrenza nelle gare soprattutto quelle che riguardano i concessionari.
Situazione davvero complicata per questi imprenditori che sono stati costretti a licenziare e a ridurre gli investimenti. Difficile compito spetta al governo, che dovrà arginare le falde di un decreto poco risolutivo. E, in relazione a questo, Buzzetti conclude: "Di fronte ad un'edilizia allo stremo, la legge di stabilità è l'ultima chiamata per l'Italia".


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