giovedì 24 luglio 2014

La protesta dei dipendenti della Camera dopo il taglio agli stipendi

Pagina vergognosa a Montecitorio: dopo il taglio agli stipendi, i dipendenti reagiscono con un lungo e polemico applauso.


E' una storia dei giorni nostri. Non ci sono più eroi e cavalieri, nè uomini che amano la propria nazione, la propria bandiera. In un momento storico in cui la disoccupazione è alle stelle, la povertà cresce a dismisura e non si prospettano tempi migliori, gli Uffici di presidenza della Camera e del Senato fissano un tetto retributivo massimo, relativo ai Consiglieri Parlamentari. E fin qui chapeau. I sacrifici li devono fare tutti, giusto. Ma non per i dipendenti della Camera. No, perchè loro non si accontentano di 240 mila euro l'anno e protestano. Si ribellano, urlano veemente con vicepresidente dell'Ufficio di presidenza e alcuni parlamentari, Luigi Di Maio e Riccardo Fraccaro. Mai una scena simile nei corridoi di Montecitorio. Ma, quando si tratta di denaro, di taglio agli stipendi, anche in Vaticano succedono queste cose, perchè meravigliarsi dei dipendenti della Camera. E quindi, tutti noi, accettiamo queste parole: "bel capolavoro, grazie. Bravi, bravi". Urla polemiche fuori luogo, soprattutto perchè questa persona, lo ricordiamo, andrà a guadagnare i 240 mila euro annui, che non mi sembrano bruscolini.





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