In "redazione", analizzando queste motivazioni, siamo rimasti sorpresi. Oggi più che mai non crediamo il nostro governo sia portatore di posizioni filo-russe. L'intesa massima con Obama sulla questione ucraina lo dimostra ampiamente, ed è indubbio che avevamo più intessa con i governi Berlusconi che adesso.
Fatto sta che, seppure Renzi smentisce, questi paesi hanno posto un veto all'Italia. Oltre la candidatura della Mogherini ci hanno trovati impreparati. Si, questo è stato un piccolo errore nostro. Non avevamo un'idea precisa su una personalità alternativa da spendere in Europa. In questi giorni è uscito il nome di Massimo D'Alema, di cui si può dire tutto ma non che sia inesperto. Anzi, con la sua esperienza alcun veto potrebbe essere posto in Europa. Il suo nome però non è saltato fuori ieri e, invece, sono balzati fuori le figure di Enrico Letta per il Consiglio europeo e Mario Monti. Entrambi molto apprezzati dal resto dei paesi europei. Ma anche sui nostri ex premier ci sono voci discordanti: chi dice che sono vecchi rumour, chi sostiene che nemmeno siano stati fatti questi nomi. Quindi un nulla di fatto anche in questo caso. Sicuramente un monito per il nostro governo: il 30 agosto si va a risostenere la candidatura della Mogherini, ma nel frattempo pensiamo ad una valida alternativa.
Il nostro ministro resta debole anche per una inesperienza di fondo, che non possiamo nascondere. Hollande, però, ha ribadito che il ministro degli esteri sarà un socialista e donna, confermando il suo sostegno alla candidata italiana. E anche la Merkel, seppur meno esplicitamente, sostiene che il rappresentante agli esteri sia socialdemocratico.
In queste settimane aspettiamo le contromosse di Matteo Renzi, che non potrà farsi trovare nuovamente semi-impreparato.
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