giovedì 24 luglio 2014

"Olympia" di Manet, l'inizio dell'impressionismo


L'Olympia di Manet è ispirata alla Venere di Urbino e raffigura un corpo sgraziato, privo di sinuosità, su un letto disfatto.
Il soggetto, una prostituta (raffigurata direttamente sul posto di lavoro come qualcuno malignò), fu ritenuto volgare e sconveniente. La nudità della ragazza è inoltre sottolineata dal malizioso nastrino di raso al collo. Manet venne accusato, dal punto di vista pittorico, di non saper modellare i corpi con il chiaroscuro e di usare i colori in modo primitivo e pasticciato. Le altre critiche che gli vennero mosse furono soprattutto in relazione alla volgarità mostrata nel raffigurare il soggetto. Una volgarità che era, però, del tutto priva nell'educazione e nella personalità del pittore francese.
In questo dipinto sono presenti forti contrasti di colore, infatti appaiono ricorrenti le giustapposizioni di colori caldi e freddi. Manet, definito l'iniziatore dell'impressionismo anche se lui non volle ritenersi mai tale, evidenzia la tendenza a questa tendenza artistica nel mazzo di fiori che tiene in mano la serva di colore. Infatti nel mazzo di fiori quelle che da vicino sembrano macchie disordinate di colore, da lontano acquistano straordinario effetto di realismo. I fiori sono il dono di un amante, un corteggiatore che aspetta dietro la tenda e che fa da sfondo all'opera.

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